IL SOGNO 03/08/2017


Descrizione

Da anni TeatrO2 lavora al tema del sogno, lasciandosi condurre da un Baedeker d’eccezione, Il Sogno di August Strindberg, che inizialmente ha rappresentato un’idea di massima (I Sognambuli, 2000), talaltra ha costituito un mero supporto di sistema onirico (Questa notte mi ha aperto gli occhi, 2003) per una performance di improvvisazione totale, altre volte ancora è andato, enorme, ad inghiottire i demoni presenti nella letteratura moderna e contemporanea (Il sogno e altri demoni, 2008/2009). Di rado, in sostanza, ha viaggiato da solo. Il Sogno è per noi un nobile pretesto per parlare con la lingua del teatro, di tutte le sostanze dolorose del vivere , in tutte le sue molteplici sfaccettature, dove l'essere in presenza di pubblico corrobora il desiderio di aprire all'improvviso quella scatola cinese in cui le storie e i personaggi si animano, dando vita allo spettacolo dei sogni che accomunano-pur essendo sempre diversi- donne e uomini,senza censure. Il sogno a teatro esce in edizione straordinaria, si manifesta in tutta l’anarchica incoerenza propria dell’inconscio onirico. Spazio e tempo sono annullati a favore di un flusso non addomesticato di differenti immagini, personaggi e situazioni simboliche, frantumati in una kermesse di differenti situazioni anche autonome le une dalle altre. Il Sogno di August Strindberg è essenzialmente la rappresentazione di una lacerante crisi interiore, generale e personale, in cui trova eco il dolore dell’autore per la fine del suo matrimonio con Harriett Bosse. La lunga notte prima che il NOSTRO sogno di Strindberg vada in scena Un sogno collettivo, il nostro, per liberare gli incubi del pre spettacolo che penetrano facilmente nelle coscienze degli attori italiani rendendoli simili a demoni. O meglio, a succubi. Demoni, incubi, succubi. Non può essere un caso. Nella demonologia, Incubi sono i diavoli che, in un rapporto sessuale, svolgono funzioni maschili, Succubi quelli che svolgono funzioni femminili. E, tornando a Strindberg, sappiamo se nell'AD 2017, tra i comuni mortali, i ruoli siano ancora così o si siano invece invertiti? Se l'Incubo sia ancora l'uomo, e il Succube ancora la donna. O se non sia forse il contrario? Alla domanda dei critici teatrali d'oggi, quelli con la c minuscola, Strindberg avrebbe avuto la risposta pronta: “Io no, non lo so!” E ancora: “In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: entro negli appartamenti della penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto in velocitˆ a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto faccio una piccola visita alla realtà.”
Un progetto artistico di Mila Moretti


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