Descrizione
Il mito di Apollo e Dafne è la storia
di un amore mai realizzato., ma anche di un paradosso: proprio il dio protettore
delle arti mediche
non riesce a trovare
un farmaco per
la ferita infertagli da Eros; proprio
il nume che conosce
presente, passato e futuro, lascia
che la sua mente onniveggente sia offuscata dalla
tenace passione per la bellissima Dafne, figlia del fiume Peneo e di Gea.
Apollo, nel vederla, se ne innamora,
ma la fanciulla, nel vedere il dio, fugge ed egli la invoca …
«Ninfa penea, férmati,
ti prego: non t'insegue un nemico;
férmati! Così
davanti al lupo
l'agnella, al leone
la cerva, all'aquila le colombe fuggono
in un turbinio d'ali,
così
tutte davanti al nemico; ma io t'inseguo per amore! Ahimè, che tu non cada distesa,
che i rovi non ti graffino le gambe indifese, ch'io
non sia causa
del tuo male!
Quando ormai sta per essere ghermita, Dafne,
esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre),
affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti
la giovinetta si irrigidisce, i piedi
divengono radici, le braccia rami,
il corpo si ricopre di una ruvida
scorza: si sta trasformando in un albero
di alloro . Apollo la raggiunge, ma è troppo
tardi; riesce appena
a rubarle un bacio, prima
che anche la sua bocca
sia ricoperta dalla corteccia.
Questo il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi.
Viene naturale prendere le parti di Dafne, che fugge da un accanito e possessivo spasimante, forse intento a
soddisfare la sua passione senza
tener conto della volontà dell’amata, eppure merita una attenzione la sofferenza di Apollo, il dolore di chi ama senza essere
ricambiato..... Il dio potrebbe avere tutte
le fanciulle che vuole, ma desidera Dafne,
non per un capriccio, ma perché è stato ferito
dalla freccia d’amore
di Eros. … Non si sceglie di amare e chi amare.
Perchè innamorarsi di una creatura che
susciterà di certo dolore e rifiuto? Apollo, che può conoscere il futuro,
avrebbe potuto prevedere le tragiche conseguenze della sua passione eppure, insegue Dafne.
Egli è il dio dell’ordine e del raziocinio, eppure
compie atti irrazionali per amore. La ragione viene
sconvolta per colui
o colei che si desidera ardentemente. L'amore,
suscita un sentimento di totalità e interezza, trasfonde nell'idea di armonia, idealizza la vita futura accanto alla persona
amata a tal
punto da idealizzare l’altro : il rifiuto è quasi un omicidio; è come se la persona amata, respingendo, uccidesse l’immagine ideale che di lei ci si è costruiti,...
Il rifiuto è ingiusto. Saffo , nella celebre ode ad Afrodite, invoca la dea perché ristabilisca gli equilibri e faccia rispettare la legge cosmica
dell’amore, secondo la quale chi
è amato ha il dovere
di ricambiare con altrettanto amore.
Il rifiuto costituisce un
atto di ingiustizia (adikia).
Nella realtà, però, non c’è alcuna
legge che obblighi ad amare.
Se Dafne è una vittima, Apollo non va
certo giustificato, ma compatito.
Il grande
sgomento è che una corsa
straordinaria, rocambolesca, meravigliosa viene interrotta - per sempre
. Se non importano le ragioni e i disegni
di Apollo, ugualmente vale per quelle
del rifiuto di Dafne. La corsa di Dafne si è
fermata nella preghiera di metamorfosi, di sottrazione della
forma , ma anche di sviluppo e dinamica …. e la ninfa che correva ora è solo tronco immobile.
Una
danza per un mito che,
malgrado gli usi
e gli abusi funzionali alle
diverse mode o epoche, ripropone - integro e autentico il mistero dell’eros: due interpreti per Dafne – Carlotta Bruni
e Rosa Merlino, un Apollo
– il giovane Luca Piomponi … eppoi
una corsa infinita.
MDA PRODUZIONI DANZA
DAPHNE
con Carlotta Bruni, Rosa Merlino,
Luca Piomponi drammaturgia e coreografia Aurelio Gatti
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