Questo autore
è stato spesso
considerato dai suoi
contemporanei “troppo moderno”
ed ha scritto sei commedie “palliate” ispirate quindi
ad un modello greco, diversamente dalle “togate” di ambientazione romana,
operando una vera e propria riforma
nell’ambito di questo
genere, inserendovi nuovi
contenuti ideologici ed attingendo nella
“NEA” la commedia nuova
ellenica di cui Menandro è l’esponente più noto. La carriera drammaturgica di Terenzio,
non fu certo facile come quella di Plauto, forse
perché nella sua opera non troviamo l’esuberanza, le acrobazie verbali,
i giochi di parole
del sarsinate. Terenzio, infatti, usa uno stile
ed un linguaggio sobrio, naturale, all’insegna dellacompostezza e della semplicità evitando espressioni popolari
e volgari in omaggio forse
all’esigenza di equilibrio e di raffinatezza che egli mutuava dal
sofisticato circolo scipionico di cui faceva
parte.Anche la “contaminatio” è usata da Terenzio
in maniera diversa
dagli altri autori
latini non ibridando una commedia con una mescolanza di varie commedie
greche, ma inserendo una intera
scena desunta da altri drammi
all’interno di una
sola commedia greca
usata come modello. Nel Teatro
“naturalistico” di Terenzio troviamo
una suspance nuova.
Lo spettatore è coinvolto emotivamente nelle vicende, prova
le stesse emozioni
dei personaggi e l’autore non consente procedimenti “metateatrali” cioè non vuole
che venga mai
interrotta l’illusione scenica
e al contrario di Plauto che tendeva solo adivertire, cerca
di trasmettere un messaggio morale.
Nasce, insomma un’attenzione sociale che allora era una vera e propria
rivoluzione culturale con dentro un messaggio di HUMANITAS. “…homo sum, humani
nihil a me alienum puto…”
(sono un uomo e niente
di ciò che è umano
considero a me estraneo…)
Aprirsi agli altri, rinunciare all’egoismo, comprendere i propri limiti
ed essere indulgente nei confronti degli errori degli altri: in una parola essere
tolleranti e solidali. Ed è così
che i personaggi di Terenzio si allontanano miglia
e miglia da
quelli pacchiani, spregiudicati, egoisti e truffaldini di Plauto. La nuova comicità
non è più nella battutaccia o nell’intrigo e risiede più nel sorriso che nel riso,
un sorriso talvolta
venato di riflessione e meditazione.