La suggestione dell’atmosfera notturna,l’ambiente misero e spoglio contribuisce a delineare l’atmosfera anche psicologica in cui la piece è calata, la presenza fisica di un interlocutore, con il suo «pacifico» atteggiamento fa da contrappunto all’estrema tensione del protagonista, il lessico e la sintassi non conferiscono, volutamente, particolare espressività alla prosa, espressività che deriva invece dal ritmo dei periodi a cui contribuiscono i rallentamenti, le pause e le accensioni improvvise. La misura poetica del soliloquio scandito dall'attore, come un’ode sommessa alla vita che sfugge, ha reso L’uomo dal fiore in bocca un capolavoro del teatro pirandelliano.
Nell’ambito del XVIII Festival internazionale del teatro romano di Volterra, che si svolge nell’impareggiabile sito archeologico toscano, è in cartellone, quale spettacolo conclusivo, “L’uomo dal fiore in bocca – poesie-novelle e altre pazzie”, che andrà in scena il 12 agosto 2020.
Con
Simone Migliorini, che ne cura anche la regia, ne saranno protagonisti
Francesca Signorini e Domenico Belcari. Le musiche originali saranno di
David Dainelli, eseguite dal vivo dall’autore.
Il dramma di Pirandello, che è prossimo al centenario e che compie trent’anni quest’anno sulle scene quale produzione del Festival “Il verso, l’afflato, il canto”, con la Compagnia L’avventuracolorata – Gruppo Culturale Progetto Città e il Teatro Persio Flacco Accademia dei Riuniti, è inserito in uno spettacolo realizzato con la consulenza letteraria e l’adattamento di
Natalia Di Bartolo.La suggestione dell’ambientazione notturna dell’atto unico “L’uomo dal fiore in bocca” contribuisce a delineare l’atmosfera anche psicologica in cui il dramma è immerso; la presenza fisica di un interlocutore, con il suo «pacifico» atteggiamento fa da contrappunto all’estrema tensione del protagonista; il lessico e la sintassi non conferiscono, volutamente, particolare espressività alla prosa, espressività che deriva, invece, dal ritmo dei periodi a cui contribuiscono i rallentamenti, le pause e le accensioni improvvise. Una vera prova d’attore.
Nello stesso tempo lo spettacolo si condisce anche di altre “pazzie” del genio siciliano, dalle poesie, a “La Patente”, la conosciutissima Novella sceneggiata anch’essa per il teatro da Pirandello ma qui restituita pure alla sua forma originaria di Racconto, ad altri spunti e dialoghi; il tutto punteggiato dalla pazzia filosofica di Enrico IV.
Un florilegio pirandelliano che cerca di riassumerne la sua folle, lucida, straordinaria poetica:.. “Perché trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni! – Costruiscono senza logica, beati loro, i pazzi! O con una loro logica che vola come una piuma! Volubili! Volubili!”