Lo spettacolo sarà in onore del grande Maestro
Antonio Salines improvvisamente scomparso.
Le allegre comari di Plauto
sarebbe forse titolo più adatto a raccontare questo nuovo allestimento della
celebre commedia intitolata “Casina”, protagonista della quale si sente solo
parlare poiché non appare mai in scena. E il richiamo a Shakespeare non è casuale,
vista l'evidente simmetria tra la vicenda plautina e la commedia di Falstaff.
Richiamo che in qualche maniera vedremo tangibile in questa nuova versione
costruita attorno ad Antonio Salines, protagonista di assoluto rilievo nel
divertentissimo ruolo del vecchio Lisidamo, accompagnato da un cast di
comprovata energia brillante che vede Francesca Bianco, Valentina Martino
Ghiglia e Susy Sergiacomo nei ruoli delle tre astute comari, Roberto Tesconi,
Fabrizio Bordignon e Tonino Tosto nei ruoli dei due servi e dell'amico
condiscendenti. I costumi, a suggerire un'immagine che idealmente unisce le due
epoche, sono di Annalisa Di Piero. Le musiche sempre imprevedibili sono firmate
da Francesco Verdinelli. L’adattamento e la regia sono di Carlo Emilio Lerici.
Quando Plauto scrive “Casina” è
ormai celeberrimo.
Scritta sicuramente dopo lo
scandalo dei Baccanali del 186 a. C. è l‘ultima commedia del com-mediografo che
morirà due anni dopo.
La trama è presto detta: Càsina,
orfana cresciuta da Lisidamo e da sua moglie Cleòstrata, diventa una splendida
fanciulla concupita sia da Lisidamo che da suo figlio. Non potendo sposare
Càsina essi stessi, Lisidamo in quanto già sposato e suo figlio perché la
fanciulla è una schiava, tentano entrambi di combinare delle nozze di copertura
ciascuno con un servo fedele (Olimpione e Calino) così da poter godere della
fanciulla senza problemi.
Ovviamente la scaltra Cleòstrata,
compreso il piano del marito, con l’aiuto dell’amica Mirrina e della serva
Pardalisca, riuscirà a sbeffeggiarlo a dovere e a farlo vergognare a tal punto
da pentirsi di aver desiderato un’altra donna.