LA MANDRAGOLA di Niccolò Machiavelli - Prove aperte 12/08/2021


Descrizione

La Mandragola rappresenta per me un amore indiscutibile. La trama è fin troppo nota: il giovane Callimaco invaghito di Lucrezia, sposa di Messer Nicia, escogita insieme a Ligurio e al servo Siro il modo di trascorrere con lei una notte d’amore. Approfittando del fatto che la coppia non riesce ad avere figli , imbastiscono un inganno per il quale si farà complice anche Frate Timoteo e più i meno consapevolmente la madre di lei Sostrata. In questo caleidoscopio di amare risate, nessuno esce virtuoso, ogni personaggio, compreso il marito beffato rappresenta un lato negativo del genere umano. Non c’è scampo in Mandragola, l’umanità tutta è marcia e corrotta solo una risata li seppellirà.Questa messa in scena ho voluto fosse restituita alla sua integralità filologica cercando di coniugare la versione proposta dal prof Ridolfi con quella, più recente, del prof Stoppelli. Ho voluto fare un’operazione di valorizzazione della nostra lingua nel suo massimo splendore, nell’esibizione della sua massima sapidità.Ho voluto fare un’operazione che in Gran Bretagna con Shakespeare è la prassi, (guai non succedesse), mantenere la lingua originaria con la quale, l’opera,  fu scritta, anche  a costo che qualche frase o parola non sia di comprensione immediata , ma la bravura degli attori  nel recitarla farà in modo che lo spettatore non faccia neppure in tempo a chiedersi che cosa, una parola, o un motto vogliano significare che lo intuirà agilmente. D’altronde nell’anno di Dante celebrare la nostra lingua è doveroso e Machiavelli ne è sicuramente un altro padre, più moderno.Anche per le battute e i modi di dire ho voluto rifuggire la tentazione a qualsiasi similitudine e semplificazione o cedimento al parlare e al gusto contemporaneo, la commedia è anche oggi godibile in tutta la sua feroce e drammatica ilarità. Mandragola è più o meno coeva alla deposizione del Rosso Fiorentino della quale quest’anno ricorrono i 500 anni dalla sua realizzazione. Anche Giovan  Battista di Jacopo (detto Rosso) fu esiliato da Firenze;  Machiavelli scrive la Mandragola dal suo “esilio” e diventa un capolavoro della drammaturgia italiana di tutti i tempi, il Rosso dipinge a Volterra il capolavoro della pittura manierista che irrompe sulla scena Rinascimentale con una modernità impressionante. Due opere d’arte diverse di genere nate da una simile angoscia e nate a poca distanza geografica e temporale  l’una dall’altra in un ambiente politico e religioso  identico. Entrambe opere di rottura, entrambe ispirate a modelli classici, dei rispettivi generi ed entrambe fondative di un genere nuovo, entrambe di denuncia l’una recriminante, caustica, amara, ironica mette il dito nella piaga delle bassezze dell’umanità senza esclusione di colpi; l’altra folle aggressiva e irriverente in un trionfo di colori evoca dolcezza e spiritualità raffigurando la ferocia dell’esecuzione di Cristo e raffigurando il dolore straziante  dei suoi congiunti in uno dei quali (Giovanni) il pittore dai capelli rossi, si identifica. Entrambe ferocemente anticlericali, non dimentichiamoci che Mandragola fu oggetto di censura fino ai primi  anni 60 del secolo scorso. insomma in un periodo storico durante il quale nulla o poco è cambiato delle bassezze umane legate a interessi e compromessi, in questo periodo storico segnato drammaticamente della pandemia  “scusateci se con questi van pensieri vogliamo rendere il nostro tristo tempo più soave”
Simon  Domenico Migliorini 

di Niccolò Machiavelli
produzione Festival Internazionale Teatro Romano
regia Simon Domenico Migliorini
personaggi ed interpreti
Prologo Francesca Signorini
Callimaco Davide Raffaello Lauro
Siro Federica Lucia Gurrieri
Messer Nicia Simon Domenico Migliorini
Ligurio Riccardo Diana
Sostrata Francesca Signorini
Frate Timoteo Simone Ciampi
Una donna Ilenia Veronica Raimo
Lucrezia Federica Lucia Gurrieri

musiche David Dainelli


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