TERRA PIATTA/ HERATOSTENES 17/07/2022


Descrizione

Proprio nel nostro Occidente iper-tecnologico e progredito sta ritornando un pensiero magico e fanatico che muove l’onda di irrazionalità che si nutre e cresce nella convinzione che le proprie aspettative siano state “tradite”. La diffidenza verso la scienza è una conseguenza: già perché tante sono le istanze e le richieste da soddisfare e la scienza umana non è quella dalle risposte immediate, con soluzioni certe e infallibili: essa procede piuttosto per “prove ed errori”. Quindi ha bisogno di tempo, ha bisogno di sbagliare per avanzare e deve continuamente sperimentare. E questo “tempo” non le è concesso perché si vuole tutto, subito e anche definitivo, foss’anche per tornare alla “normalità del prima.” La fuga nell’irrazionale è l’inevitabile esito di infinite aspettative soggettive insoddisfatte, pur essendo legittime in quanto nate ed alimentate dalle stesse promesse di quell’ ordinamento “produttivo” che ha governato dal dopoguerra ad oggi. Ordinamento che ora mostra un chiaro affanno. Tante le avvisaglie… la recrudescenza di fondamentalismi religiosi, culturali, di genere e razza, il timore/angoscia dell’altro, l’abuso della discontinuità come metodo per riaccendere dinamiche assenti su argomenti importanti come il sociale, la formazione, la cultura e la politica.
Tutto questo già prima della Pandemia. Erano la spia di qualcosa di più profondo, eppure frettolosamente catalogato come “espressione della società liquida”. Poi l’interruzione forzata di ogni attività e l’isolamento hanno preparato il terreno per una fuga fatale nel pensiero stregonesco, sciamanico, che si offre come interprete e decifratore del senso oscuro della realtà e del presente. Dal disagio al rancore e al sovranismo psichico il passo è breve. Oggi più tangibile perché si manifesta nel gran rifiuto del discorso razionale e di tutti gli strumenti che lo rappresentano: la scienza, la medicina, i farmaci, le innovazioni tecnologiche. Nel Rapporto annuale del Censis 2021, sulla situazione sociale del Paese, si è avuta l’esplicita conferma di quanto sta avvenendo tant’è che nella lista dei temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, “l’irrazionalità” risulta al primo posto. Dal negazionismo di attualità (il Covid non esiste, il vaccino è inutile e inefficace…) al complottismo, per arrivare al negazionismo storico-scientifico… per cui circa tre milioni di italiani sono sicuri che la Terra sia piatta. Si è passati dalle avvisaglie ai cortei, alle sfide nelle piazze, alla caccia allo scienziato/ricercatore. Il contrasto a quella che viene definita “antiscienza”, è diventato un tema politico. Molti pensano che l’antidoto vada cercato in una migliore comunicazione della scienza... Ma forse non è sufficiente.
Forse il cuore del problema, e quindi l’ingrediente indispensabile alla sua soluzione, riguarda la consapevolezza dell’idea di comunità, di società plurale e partecipe. Forse per contrastare la deriva antiscientifica, è sufficiente (quanto necessario) essere cittadini consapevoli della comunità. In questa prospettiva si potrebbe arginare molta della retorica dell'anti scienza, in particolare, l’esaltazione della libertà individuale e l’accusa di sottomissione al pensiero unico.

produzione Mda Produzione Danza 
contributo letterario e ricerca storico-scientifica
Prof.ssa Michela Costanzi, Prof.Fabio Pallotta
drammaturgia Sebastiano Tringali
regia e coreografia Aurelio Gatti
assistente Rosa Merlino
musica originale Marco Schiavoni
con Chiara Meschini, Gipeto, Sebastiano Tringali
Valeria Busdraghi, Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Arianna Di Palma, Matteo Gentiluomo, Polina Lukanska, Paola Saribas



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