BRUTO 05/08/2022


Descrizione

Questo testo si fonda sul conflitto tra i congiurati (Bruto e Cassio) e il potere rappresentato da Giulio Cesare. Il Popolo oscilla dagli uni all’altro, volta per volta modificando gli equilibri in scena. Otto attori interpreteranno il Popolo e i congiurati alternativamente. 
«Dobbiamo uccidere lo spirito di Cesare, non smembrare il corpo di Cesare»: deve partire da questa battuta ogni lettura della tragedia Giulio Cesare, probabilmente il testo più direttamente politico tra quelli di Shakespeare. Roma sta correndo precipitosamente verso il futuro e Giulio Cesare crede di poterlo intercettare incarnando una nuova idea del potere, prossimo a una sorta di monarchia illuminata. Bruto e Cassio avvertono la necessità di bloccare Roma intorno al concetto stesso della Repubblica: senza Repubblica non c’è Roma, ritengono. E così i due ordiscono la loro congiura: l’obiettivo è bloccare la Storia e congelare Roma entro i confini del Passato repubblicano. Per questo, uccidono lo “spirito” di Cesare. Salvo che la Storia non accetta intralci e continua a correre, calpestando la congiura e i congiurati: l’approdo finale sarà ancora più in là di quello che Bruto e Cassio temevano. Non una monarchia illuminata ma un Impero assoluto. Con il potere tutto concentrato nelle mani di uno: Ottaviano, l’erede naturale di Cesare. 
Insomma, Bruto e Cassio sono una sola entità drammatica: le tinte diverse che Shakespeare attribuisce loro sono funzionali alla sua idea di spettacolo, non allo sviluppo del tema che si è dato. Ecco perché questa nostra lettura di Giulio Cesare, volendo puntare tutto sull’attualità scottante del tema politico della congiura, parte dall’unificazione di Bruto e Cassio in una sola entità: sono i congiurati. Che saranno contraddetti e battuti non dal potere di Cesare ma dal Popolo che, per Shakespeare, esprime il senso della Storia. 
E allora sulla scena ci saranno un attore e una sorta di Coro di maschere o fantasmi del popolo: è nel confronto tra queste due entità che prende corpo questo progetto. Solo Porzia, la moglie di Bruto, si discosta da questa struttura di base: perché Porzia è una donna che vuole condividere i sentimenti del proprio marito, ma proprio perché non è parte della congiura (né può esserlo) deve rimanere estranea ai turbamenti di lui. E la sua presenza in scena, qui, sottolinea ancora di più la struttura chiusa e impenetrabile della congiura e dei congiurati (faction, fazione, li chiama Shakespeare). Ciò che segnerà la sua sconfitta.
Lo spettacolo, dunque, vedrà sulla scena un attore, Simon Domenico Migliorini, affiancato da un’attrice e da un gruppo di interpreti che incarneranno volta a volta tutti gli altri personaggi principali della tragedia originale e il popolo di Roma nel suo complesso. 
Prima Nazionale
Gruppo Progetto Città - Festival Internazionale Teatro Romano Volterra
BRUTO
di Nicola Fano per Simon Domenico Migliorini
da “Giulio Cesare” di William Shakespeare
Gruppo Progetto Città / Avventuracolorata /Festival Internazionale Teatro Romano Volterra produzione
Simon Domenico Migliorini adattamento drammaturgico e regia
Ilenia Veronica Raimo assistente alla regia 
Aurelio Gatti movimenti scenici 
Laura Giuntoli assistente e interprete 
David Dainelli musiche originali 
Gabriella Panza costumi
Ilda Kapplani  trucco e parrucco
Paolo Morelli disegno luci e audio
con
Simon Domenico Migliorini
Ilenia Veronica Raimo, Laura Giuntoli,  Marco Olivieri ,
Federica Gurrieri, Davide Raffaello Lauro, Ermelinda Cakalli


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