BRUTO 07/08/2022


Descrizione

“Dobbiamo uccidere lo spirito di Cesare, non smembrare il corpo di Cesare”: deve partire da questa battuta ogni lettura della tragedia Giulio Cesare, probabilmente il testo più direttamente politico tra quelli di Shakespeare. Roma sta correndo precipitosamente verso il futuro e Giulio Cesare crede di poterlo intercettare incarnando una nuova idea del potere, prossimo a una sorta di monarchia illuminata. Bruto e Cassio avvertono la necessità di bloccare Roma intorno al concetto stesso della Repubblica: senza Repubblica non c’è Roma, ritengono. E così i due ordiscono la loro congiura: l’obiettivo è bloccare la Storia e congelare Roma entro i confini del Passato repubblicano. 
Per questo, uccidono lo “spirito” di Cesare. Salvo che la Storia non accetta intralci e continua a correre, calpestando la congiura e i congiurati: l’approdo finale sarà ancora più in là di quello che Bruto e Cassio temevano. Non una monarchia illuminata ma un Impero assoluto. Con il potere tutto concentrato nelle mani di uno: Ottaviano, l’erede naturale di Cesare.
Insomma, Bruto e Cassio sono una sola entità drammatica: le tinte diverse che Shakespeare attribuisce loro sono funzionali alla sua idea di spettacolo, non allo sviluppo del tema che si è dato. Ecco perché questa nostra lettura di Giulio Cesare, volendo puntare tutto sull’attualità scottante del tema politico della congiura, parte dall’unificazione di Bruto e Cassio in una sola entità: sono i congiurati. Che saranno contraddetti e battuti non dal potere di Cesare ma dal Popolo che, per Shakespeare, esprime il senso della Storia.
E allora sulla scena ci saranno un attore e una sorta di Coro di maschere o fantasmi del popolo: è nel confronto tra queste due entità che prende corpo questo progetto. Solo Porzia, la moglie di Bruto, si discosta da questa struttura di base: perché Porzia è una donna che vuole condividere i sentimenti del proprio marito, ma proprio perché non è parte della congiura (né può esserlo) deve rimanere estranea ai turbamenti di lui. E la sua presenza in scena, qui, sottolinea ancora di più la struttura chiusa e impenetrabile della congiura e dei congiurati (faction, fazione, li chiama Shakespeare). Ciò che segnerà la sua sconfitta. 
Simon Domenico Migliorini, qui vuole idealmente celebrare nel 2022, il ventennale del Festival Internazionale al Teatro Romano di Volterra (Che sarà prima Città Toscana della Cultura) da lui fondato e diretto, dove il testo trova la sua "naturale" collocazione scenografica, vuole aderire al tema “Rigenerazione Umana” scelto per lo svolgersi dei festeggiamenti della Capitale Culturale, vuole inoltre rafforzare il tema di internazionalizzazione del Festival attraverso la collaborazione con una Produzione Inglese e la forte vicinanza della cultura Inglese con quella italiana così spesso invece letta è percepita come distante. 
Inoltre vuole omaggiare i vent’anni di un’esperienza simile che compì Giorgio Albertazzi, sul Giulio Cesare di Shakespeare,  sempre con la drammaturgia di Nicola Fano e, allora, con la regìa di Antonio Calenda.


Replica
Gruppo Progetto Città - Festival Internazionale Teatro Romano Volterra
BRUTO
di Nicola Fano per Simon Domenico Migliorini
da Giulio Cesare di William Shakespeare
Gruppo Progetto Città / Avventuracolorata /Festival Internazionale Teatro Romano Volterra produzione
Simon Domenico Migliorini adattamento drammaturgico e regia
Ilenia Veronica Raimo assistente alla regia 
Aurelio Gatti movimenti scenici 
Laura Giuntoli assistente e interprete 
David Dainelli musiche originali 
Gabriella Panza costumi
Ilda Kapplani  trucco e parrucco
Paolo Morelli disegno luci e audio
con
Simon Domenico Migliorini
Ilenia Veronica Raimo, Laura Giuntoli,  Marco Olivieri ,
Federica Gurrieri, Davide Raffaello Lauro, Ermelinda Cakalli


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