Descrizione
Sospesi tra un vuoto che ci precede e il vuoto che ci attende
Nel 1417 avviene una scoperta straordinaria, l’umanista toscano Poggio Bracciolini trova nell’abbazia di San Gallo, vicina al lago di Costanza, il manoscritto del De rerum natura. Lucrezio lo scrisse nel I secolo a.C. e bisogna tenere presente questo per comprendere la ‘modernità’ di Lucrezio, non solo perché l’autore anticipa intuizioni lontane dalla sua epoca, ma soprattutto perché col “De rerum natura” Lucrezio affronta domande che tuttora ci poniamo, sul senso stesso dell’esistenza, sull’universo, sull’infinito, sulla paura della morte, sulla materia e sul vuoto, sulle passioni, sulla libertà o la necessità del nostro agire quotidiano. È una modernità, poggiata sul connubio tra scienza e letteratura, tra severità del pensiero e forza evocativa della poesia, capace di commuovere perché riesce a restituire la sensazione del tendere verso qualcosa che sfugge o che una forza ignota impedisce di raggiungere.Lucrezio, autore misterioso, della cui biografia non si sa quasi nulla. Colpisce la sua solitudine. Impressiona il suo dialogo ininterrotto con i grandi maestri greci del passato come il rifiuto verso gli scrittori suoi contemporanei, quasi ci fosse una distanza di anime. Colpisce la forza imperativa e infinitamente vitale del suo furioso nichilismo, la certezza che l’anima è mortale: nulla esisteva prima di noi, nulla esisterà dopo di noi, siamo sospesi tra un vuoto che ci precede e un vuoto che ci attende, ma proprio per questo la vita ha un valore inestimabile.Il De rerum natura è il poema che parla del mondo, delle origini di tutto e della sua inconcludenza, del vano direzionarsi delle cose e della loro esattezza in perenne trasformazione, dei fenomeni naturali e delle loro cause, del loro splendore, della loro oscurità e della irresponsabilità di ogni cosa. Ma anche del principio della libera volontà di movimento per tutti i viventi e del libero arbitrio che è lo spirito (mens) espressione di energia vitale assoluta.Tutto questo fa del De rerum natura materia di teatro e danza: la poesia di Lucrezio accende la comprensione che nell’antico c’è qualcosa di finito, confinato nel suo tempo,ma al stesso si percepisce qualcosa di incessante, qualcosa che supera tempi, luoghi, secoli e millenni e che riesce a mantenersi intatto per giungere fino a noi.In scena il Poeta e il suo Inquisitore, eppoi la danza che moltiplica ogni dinamica per offrirsi comeunicità delle nostre esistenze, che nella loro caducità, nel loro dolore, meritano di essere pienamente vissute .
CDL / MDA Produzioni
DE RERUM NATURA Sospesi tra un vuoto che ci precede e il vuoto che ci attende
da Lucrezio
regia e coreografia Aurelio Gatti
musica Marco Schiavoni
con Lucia Cinquegrana, Rosa Merlino, Paola Saribas, Elisa Carta Carosi e Camillo Ciorciaro
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