DIMMI,TIRESIA 21/06/2018


Descrizione

Il vecchio Tiresia ci narra dei miti dai quali nasce il suo bizzarro, tragico destino; di quando fu donna e di quando fu uomo, e dell’incontro con gli dei e dell’eterna, ingiusta, punizione: sette generazioni da viver sulla terra e la Veggenza a lui concessa dagli dei, è un grande peso, una insostenibile condizione umana, un conflitto reso eterno. Destino e punizione: vedere e sapere ciò che accadrà e non desiderarlo; Lui, il cieco, non può evitare di “vedere” l’umano destino. Quel sapere sconforta e opprime il suo impotente essere.   Il suo dire, le sue parole prendono corpo, come fiammelle danzanti, evocate dal suo narrare, esse son coro, son donna e giovane uomo, son desiderio e son il kronos destinato a fermarsi. Sono passato e futuro, son madre e figlio, son voce del refrattario veggente, alter ego ribelle.   Tiresia attraversa numerosi stati, passa da un piano di conoscenza a un altro.: la notte scende sui suoi occhi perché folgorati da una visione insopportabile, in cui oltrepassa il limite rigidamente fissato per l'essere umano ... Le sue capacità profetiche non sono una compensazione per la perdita subita , ma il superamento di una conoscenza empirica a favore di un “modo altro” di sapere le cose e di comprendere la realtà, conoscere lo spazio-tempo.   Una grande suggestione per una ricerca sull’elaborazione cognitiva dello spazio. Infatti, in assenza della vista, i due sistemi percettivi, udito e tatto, prendono in carico la conoscenza dello spazio, utilizzando strategie differenti, perchè udito e tatto dipendono dalla successione sequenziale, mentre la visione ha il dominio della simultaneità . Ricerca possibile anche grazie al contributo di Luisa Stagni, drammaturga e interprete non vedente
MDA PRODUZIONI
DIMMI,TIRESIA
di e con Luisa Stagni con Luca Piomponi, Lucrezia Serafini e Massimo Carrano costumi Marina Sciarelli


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