Descrizione
Il vecchio Tiresia
ci narra dei miti dai quali nasce
il suo bizzarro, tragico destino;
di quando fu donna e di quando
fu uomo, e dell’incontro con gli dei e dell’eterna, ingiusta, punizione: sette generazioni da viver sulla terra e la Veggenza a lui concessa dagli dei, è un grande
peso, una insostenibile condizione umana, un conflitto reso
eterno. Destino e punizione: vedere
e sapere ciò che accadrà
e non desiderarlo; Lui, il cieco, non può evitare
di “vedere” l’umano
destino. Quel sapere sconforta e opprime il suo impotente essere.
Il
suo dire, le sue parole
prendono corpo, come
fiammelle danzanti, evocate
dal suo narrare, esse son coro, son donna e
giovane uomo, son desiderio e son il kronos destinato a fermarsi. Sono passato e futuro, son
madre e figlio,
son voce del refrattario veggente,
alter ego ribelle.
Tiresia attraversa numerosi
stati, passa da un piano
di conoscenza a un altro.: la notte scende
sui suoi occhi perché
folgorati da una visione insopportabile, in cui oltrepassa il limite rigidamente fissato per l'essere umano ... Le sue
capacità profetiche non
sono una compensazione per la perdita
subita , ma il superamento di una conoscenza empirica a favore di un “modo
altro” di sapere
le cose e di comprendere la realtà, conoscere lo spazio-tempo.
Una grande
suggestione per una ricerca sull’elaborazione cognitiva dello spazio.
Infatti, in assenza
della vista, i due
sistemi percettivi, udito e tatto, prendono in carico la conoscenza dello spazio, utilizzando strategie differenti, perchè udito e tatto dipendono dalla successione sequenziale, mentre la visione
ha il dominio della simultaneità . Ricerca possibile anche grazie al contributo di Luisa Stagni,
drammaturga e interprete non vedente
MDA PRODUZIONI
DIMMI,TIRESIA
di e con
Luisa Stagni
con
Luca Piomponi, Lucrezia
Serafini e Massimo Carrano
costumi
Marina Sciarelli
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