ROMEO AND JULIET 20/07/2017


Descrizione

Siamo cioè di fronte ad un lavoro di grande impegno, tanto più che non avevamo mai visto, certo per nostra ignoranza, uno spettacolo di questo coreografo: Alberto Canestro, che ha alle spalle già una serie di importanti affermazioni. Viene dall’Accademia Nazionale di Danza di Roma e ha lavorato insieme a grandi danzatori, come Giuseppe Picone, oggi direttore del ballo al Teatro San Carlo di Napoli; vincitore di premi importanti, come quello intitolato al grande Aurel Millos, un coreografo tra i più importanti del Novecento, che ha dedicato una grande attenzione proprio a “Romeo e Giulietta”. Canestro è stato anche creatore di numerosi spettacoli, che hanno debuttato in luoghi non semplici, come il Teatro Romano di Fiesole e quello di Volterra. È infine fondatore e maestro di una scuola di danza fiorentina, la Lyric Dance Company, che si distingue se non altro per la serietà della sua proposta artistica. Per la Laura Agostini il percorso è in parte diverso, lei viene da un lavoro insieme a Barbara Nativi per la drammaturgia e il teatro, con Malou Airaudo e Franco Di Francescantonio per il teatrodanza, Dominique Dupuis e Teresa Zurzolo per la danza contemporanea. Stiamo cioè parlando di alcune tra le migliori energie che abbiamo negli anni attraversato Firenze, creando – come in queste caso – dei validi eredi. La prova più evidente è insomma il risultato scenico al quale abbiamo assistito, uno spettacolo di oggi, che però non disdegna legami con la classicità, a partire dall’esempio di grandi maestri, la cui esperienza Canestro e la Agostini dimostrano di aver ben presente. In particolare il movimento dei danzatori, che corrisponde ad alcune sequenze della tradizione, letta però, e rivista entro una sensibilità contemporanea. Ci sarebbero tanti esempi, ma ci piace citare una figura, costruita dai due protagonisti, Elena Dioguardi e Leandro Salvischiani: Giulietta appunto e Romeo, che costruiscono un’azione di apertura verso il pubblico, verso gli altri danzatori, allargano cioè il loro gesto all’esterno, riportandolo subito dopo verso se stessi, a ferire, a colpire il loro corpo. Un corpo di giovani che si aprono al mondo, ma che ne vengono subito offesi, un mondo di violenza che gli piomba addosso e che essi stessi possono autoinfliggersi. È un segno importante, un movimento che ha poche speranze, se non appunto nella bellezza della danza e della morte, moltiplicata e iterata dagli altri danzatori, tutti Giulietta e tutti Romeo, con la sola eccezione di Laura Agostini, che è anche colei che sembra governare l’azione, a rappresentare la morte, la strega, la nutrice di Giulietta, che può arrivare a tradirla e che è soprattutto imponente, spesso enorme sopra i danzatori. Il suo corpo è centuplicato nelle parte video, qualcosa al quale il pubblico delle repliche sarà costretto in gran parte a rinunciare, perché difficilmente riproponibile in altre sedi, ma che costituisce un elemento di grandissimo valore. È davvero di enorme interesse la presenza nera della Agostini, che tiene in braccio, come in un Pietà michelangiolesca, il corpo inerte di Giulietta, ripetuta su tutte le pareti laterali per ben sei volte, in immagini anch’esse enormi, che non sono non ferme, ma che si muovono, in piccoli movimenti coreografici. La stessa cosa del resto, vale per la maggior parte del video, che non è mai costruito in autonomia, da un più o meno grande artista, ma è invece realizzato in perfetta sintonia con il balletto che si svolge sotto o meglio dentro di lui. Voglio dire che ci siamo trovati davanti ad uno spettacolo per tanti aspetti nuovo, dove ogni elemento vive in funzione dell’altro. Non è un percorso comune, in genere si avverte la separazione tra chi ha diretto la danza o il teatro e chi ha realizzato il progetto video, chiunque esso sia. Qui il discorso è totalmente diverso.
Lyric Dance Company - Coreografie Alberto Canestro -


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