Descrizione

Girato a Torino negli stabilimenti sulla Dora Riparia, fu il più lungo film italiano prodotto dei suoi tempi (3.364 metri di lunghezza circa per tre ore e dieci minuti di spettacolo[8]) e anche, di gran lunga, il più costoso: un milione di lire-oro[8], a fronte del finanziamento medio per un film dell'epoca di cinquantamila lire. Alcune scene vennero girate anche in Tunisia, in Sicilia, sulle Alpi (nelle Valli di Lanzo, dove si diceva che fosse passato Annibale) e ai laghi di Avigliana. La versione originale era virata a colori in dodici tonalità diverse, alcune inedite.Pastrone ebbe la lungimiranza, per il successo commerciale del film, di creare un prodotto che riunisse le esigenze di uno spettacolo popolare a quelle della cultura borghese. Partendo da un suo soggetto che narrava le vicende di una fanciulla durante la seconda guerra punica, egli ricavò delle "scene" intervallate da didascalie "letterarie" per le quali volle al suo fianco come sceneggiatore Gabriele D'Annunzio, che accettò l'incarico per ripianare parte dei propri debiti, e che conferì alla storia una nobiltà altrimenti assente.Fu proprio D'Annunzio a ideare il nome "Cabiria", "nata dal fuoco", e a volerlo come titolo della pellicola, in quanto nome della protagonista che il dio Moloch vuole sacrificare. Sebbene però l'intera sceneggiatura sia stata attribuita a D'Annunzio, in realtà il poeta si limitò ad inventare i nomi dei personaggi ed a comporre le auliche didascalie. La redazione di tali didascalie in una lingua alta «ha una serie di effetti notevoli: muta la struttura testuale, muta la forma dell'enunciazione, muta i singoli enunciati [...] Si intende promuovere il pubblico ad un tipo di esperienza privilegiata, assolutamente inedita rispetto ai suoi standard linguistici e non più fondata su una serie di dati di carattere informativo».[9][10] Per quanto riguarda invece gli elementi narrativi utilizzati per la scrittura del film, essi furono tratti in gran parte dai romanzi Cartagine in fiamme di Emilio Salgari e Salammbô di Gustave Flaubert.Per la musica, Pastrone chiese la collaborazione del maestro Ildebrando Pizzetti, che però non riuscì a completare il commento sonoro del film, poi ultimato da un suo allievo, il compositore Manlio Mazza. Di Pizzetti è tuttavia la breve ma intensa Sinfonia del fuoco, usata nelle scene di sacrificio.Il libretto di accompagnamento del film del 1914 recava una pregevole xilografia in copertina del pittore Adolfo De Carolis, con un cavallo azzannato da un lupo, simboli di Cartagine e Roma.

Con la pubblicazione in streaming dei film che coinvolgono il Poeta intendiamo mettere a disposizione del pubblico la visione dei film dei quali si è parlato il 25 novembre in Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo dei Priori a Volterra, con il critico cinematografico Ugo Brusaporco, alla presenza del Sindaco di Volterra Giacomo Santi e del direttore artistico Simon Domenico Migliorini