TUTTA COLPA DI PLAUTO! 23/07/2021


Descrizione

Undicesima produzione plautina della Compagnia specializzata nella restituzione al pubblico di oggi dei capolavori dell’autore di Sarsina. La cifra stilistica dei linguaggi multidisciplinari ne caratterizza struttura e natura. Un inno al divertimento, con i caratteri tipici del teatro dello scrittore latino più ricco di “aceto italico”.
Nello spettacolo si fronteggiano la malizia inventiva e la capacità “poietica” del servo.
Quando sembra che l’intelligenza umana con le sue risorse sia al tappeto, interviene, inaspettata, un’occasione non provocata: ma ancora una volta è l’iniziativa umana a saperla cogliere e sfruttare. A trionfare è quell’attitudine umana a determinare a colpi d’ingegno il proprio e l’altrui destino. Macchina comica dai ritmi piacevolissimi, ruota attorno alla figura del servus callidus e propone un accattivante percorso drammaturgico tra le scene più perfette: inganni, equivoci, tradimenti, guai senza uscita e soluzioni geniali.
Se fosse plausibile andare in cerca d’un eroe in un testo comico, e nelle commedie di Plauto in particolare, ebbene, non ci sarebbe da esitare: il vero eroe è lui, il servo! Che si chiami Epidico o Palestrione, Pseudolo o Messenione, Stasimo o Strobilo, Gripo o Tracalione; che sia scaltro o sciocco, fedele o ingannatore, obbediente o lazzarone, è sempre lui a condurre i giochi e portare la vicenda al suo felice compimento; è lui il fulcro e il motore dell’azione comica, il sale e il pepe dell’intreccio, il depositario massimo del divertimento e del successo dell’opera. Evviva il servo, dunque, fulgida e immortale creazione plautina.
La Compagnia Torino Spettacoli e i suoi attori, affiatati protagonisti di una “Maratona plautina che col suo repertorio di titoli continuamente replicati dal 2007 ad oggi non conosce l’eguale in Italia, hanno ormai acquisito una tale familiarità col teatro di Plauto da aver deciso di cimentarsi per l’undicesimo appuntamento con uno spericolato gioco teatrale, di quelli che si possono fare solo con i grandi autori segnati da una cifra stilistica assolutamente inconfondibile, quali ad esempio Goldoni, Shakespeare e, appunto, Plauto.
Il gioco è questo: creare da tante commedie un’opera nuova e affidarla a un gruppo ristrettissimo d’attori - nel nostro caso tre - che di volta in volta scelgono d’interpretare le scene più esilaranti, le tirate più comiche, le situazioni più divertenti del grande repertorio plautino. A rendere il gioco non solo possibile ma più efficace e intrigante, c’è che i personaggi di Plauto sono come maschere, tipi fissi, e dunque tra loro facilmente interscambiabili: messo il servo al centro, ecco la giostra degli altri caratteri, figure canoniche d’una trama sempre simile e sempre diversa: sono il vecchio, il soldato, il lenone piuttosto che la cortigiana, la serva o l’innamorata. Ciò che risulta, è l’essenza distillata della comicità plautina: l’eterno carosello di equivoci e inganni, il vertiginoso caleidoscopio di invenzioni e travestimenti, il rincorrersi di rivelazioni e colpi di scena, le battute a valanga, il precipizio di doppi sensi e giochi di parole, il dinamismo gioioso della gestualità; e tutto questo, anziché disperso nei tempi d’una commedia regolare, concentrato nella rapidità d’uno sketch,
di tanti sketch, moltiplicati dall’offerta inesauribile della creatività plautina; con effetto di crescendo mozzafiato per l’immancabile gran finale: applausi e risate e gioia del pubblico. Felicemente travolti da questa fantasmagoria plautina… non abbiamo colpa alcuna… questa volta è davvero tutta colpa di Plauto!

da Tito Maccio Plauto
produzione Torino Spettacoli
drammaturgia 
Girolamo Angione e Gian Mesturino
regia Girolamo Angione
coreografie Gianni Mancini
con Elia Tedesco, Simone Moretto, Greta Malengo




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