Ovidio Heroides Vs Metamorphosys
segna l’incontro artistico tra Manuela Kustermann, messaggera onirica di parole
e poesia del grande poeta latino Ovidio e Cinzia Merlin, virtuosa pianista e
compositrice. Da anni impegnate a indagare quel
fertile terreno che è la contaminazione delle Arti, insieme sono riuscite a
creare uno spettacolo che è una perfetta sintesi tra parole e musica in cui il
classicismo letterario e musicale viene riletto, reinterpretato, rinnovato e
rivolto verso i nuovi orizzonti della contemporaneità.
Le Metamorphosys pianistiche di
Cinzia Merlin ci conducono in un viaggio di trasformazione oltre il tempo,
liberando la musica dagli schemi e conferendo al repertorio musicale classico
un’estensione innovativa che nasce da influenze contemporanee con uno slancio
verso nuove esplorazioni artistiche.
L’atto musicale, scorrendo in
forma rapsodica e riflettendo il rapporto tra passato, presente e futuro
attraverso una nuova consapevolezza estetica, crea legami e connessioni tra
compositori lontani come Bach, Chopin, Schubert, Debussy, Prokovief, Bartok e
Piazzolla e sul palcoscenico dialoga con i miti di celebri figure femminili che
si esprimono in prima persona attraverso lettere d’amore raccontando di
abbandoni, fughe, tradimenti subiti e sofferti. Le Heroides, nell’interpretazione
di Manuela Kustermann, come poesia del tempo sospeso che l’immaginazione
riempie di ricordi e desideri, attraverso la meravigliosa scrittura di Ovidio e
nelle figure di Penelope, Arianna, Canace, Medea, Ipsipile, evocano una
condizione femminile fatta di soprusi, solitudini, costrizioni e violenze ancora
oggi così tristemente attuale.
“[…] i ritratti della protagonista suggeriscono altrettanti
collegamenti coi tempi moderni. È ai monodrammi di Jean Anouilh, che fa pensare
la Kustermann la cui Medea regale e incoronata è vogliosa, fiscale e anche lei
dura con Giasone. È ai poemetti di Ghiannis Ristos che rimanda la quotidianità
da tavola imbandita di Penelope che scrive al vagabondo Ulisse, conscia
d’essere vecchia, e che lui sia preda di qualche amore straniero. È ad Alberto
Savinio che io collego l’attrice che qui in panni mondani è Canace rivolta
incestuosamente al fratello Macareo. Ed è a un canone registico di David
Livermore che quasi s’ispira la sua Arianna in manto bianco abbandonata da
Teseo”.
Rodolfo Di Giammarco, la
Repubblica